Secondo la nostra cultura, o si sogna o si è svegli. Sognare
ed essere svegli sono considerati due stati di coscienza ben separati l’uno
dall’altro. Ma per altre culture questi due stati di coscienza posso
coesistere. Tutto dipende dall’allenamento al quale si sottopone lo spostamento
del punto di unione. Il punto di unione è, secondo la cultura tolteka, una
piccola area del nostro sistema energetico, grande più o meno come una palla da
tennis, posta ad altezza della scapola destra ad un braccio di distanza dietro
di essa, che regola la percezione. Con l’allenamento del suo spostamento in
altre aree del campo del nostro sistema energetico, è possibile percepire altre
“realtà separate” dal quella della vita quotidiana. Per esempio quella del
mondo dei sogni. Il punto di unione si sposta già spontaneamente, in modo più o
meno significativo, durante il sonno, quando subiamo un grosso spavento, quando
assumiamo sostanze psico-attive, durante la meditazione profonda, quando siamo “malati”,
ecc… Ognuna di queste condizioni porta con se, in parte o per niente, la nostra
consapevolezza. Per esempio si può essere più o meno coscienti dei propri sogni
o di quello che facciamo mentre abbiamo presto una “sbornia”, dipende da quanto
violentemente il punto di unione sia stato spostato o da quanto è stato
volontario il suo spostamento.
Per imparare a spostare il punto di unione volontariamente e
moderatamente, portando la consapevolezza in altri stati di coscienza, ci sono
diversi modi. Carlos Castaneda ne propone alcuni nei sui scritti, e molti altri
in questi anni hanno proposto varie tecniche a questo scopo. Anche il gruppo di
ricerca, di cui faccio parte, ha ideato un'altra tecnica molto facile da
utilizzare. Siccome misurare lo spostamento del punto di unione non è ancora
possibile direttamente, in psicologia, questo, lo possiamo considerare una metafora. Proponendo ad una
persona di immaginare questo punto energetico, di visualizzarlo e proponendogli
di spostarlo, anche se di poco, in essa, si genera anche uno spostamento
interno del “punto di vista” e lo stato di coscienza si modifica. Lo stato di
sogno lucido è uno stato simile all’ipnosi ma fondamentalmente diverso, perché
durante il sogno lucido, come dice la parola stessa, la persona è presente
cosciente, vigile ed è in grado di decidere cosa fare o non fare. Nel suo
elettropolisonnogramma( e.e.g., e.o.g., e.c.c., e.m.g. e frequenza
respiratoria), è possibile leggere un tipico stato di sonno, con un
attraversamento, in alcuni casi, di tutti i suoi stadi, lo stadio 1,2,3,4 e
REM, con onde di tipo alfa, theta e delta. In un nostro esperimento è stato
possibile osservare che alcune persone riuscivano a rispondere perfettamente ad
un test di memoria, mentre il loro elettropolisonnogramma registrava tipici
stadi di sonno, fino allo stadio 3 e alla fase REM. Il risultato del test è
stato inaspettato, perché abbiamo osservato che i meccanismi di memoria sono
opposti a quelli usati nello stato di veglia. Con meccanismi di memoria intendo
che, invece di utilizzare i “magazzini” a breve e lungo termine, la persona
utilizza un “magazzino” che si trova fra questi altri due, cioè tende a
ricordare con più facilità le parole presentate fra quelle che hanno il tempo
per finire nel magazzino a lungo termine a quelle che sono presentate per
ultime e che finiscono nel magazzino a breve termine.
Perché attraversare un sogno lucidamente può essere di
interesse per uno psicologo?
In primis farei presente che quando avviene uno spostamento
del punto di unione, si tende a prendere contatto con i nostri desideri o
bisogni più intimi. Se questi desideri o bisogni non sono facilmente
realizzabili per la persona, o la persona stessa non si permette di contattarli
per vari motivi, quali l’educazione, la cultura, le proprie paure, ecc…, allora
il primo contatto con sé, cioè dando un primo sguardo al proprio mondo interno,
dove se gli istinti e i bisogni di base sono censurati, la tipologia dei sogni
può essere pregna di paure, dolore, frustrazione, giudizio, scarsa considerazione
di sé, rabbia, ecc… tutte condizioni che possono rendere l’esperienza del
sognatore non molto sgradevole. Con sogni simili a incubi. Con il supporto di
un terapeuta, è possibile lavorare sulle proprie risorse interne e cercare di
imparare ad esprimere le proprie emozioni per affermarsi nel mondo. Prendendo
contatto con la creatività immaginativa, la presa di responsabilità e la forza
delle energie emozionali che necessitano di una direzione e forma espressiva,
accettabili per il soggetto. Causa della mancata espressione delle emozioni è
il disagio psichico e a volte psicosomatico.
Un altro vantaggio nel imparare ad essere “svegli” durante
il proprio sognare, è quello di poter allenare la “presenza”. Una sorta di
“risveglio dell’anima” per cui una persona che prende coscienza del suo mondo
onirico di conseguenza prende coscienza del suo mondo di veglia, l’essere
presenti nel qui ed ora come unica realtà modificabile.
Fabio Cieri psicologo
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